Riflessioni scaturite osservando la sacra sindone

Scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno una dell’altra per completarsi nella mente di un uomo che pensa seriamente (Max Karl Plank) o meglio positivamente. La scienza si basa sulla ragione, mentre la religione si fonda sulla fede: pertanto quando si parla di questioni “religiose” ci riferiamo all’esistenza di entità percepibili non già attraverso i normali processi cognitivo-deduttivi, ma attraverso una predisposizione di animo definita “fede”.

sindone

Negli anni 90 hanno attirato l’attenzione gli effetti salutari della preghiere da parte di sconosciuti al San Francisco General Hospital su 400 malati di cuore divisi in due gruppi di cui uno non riceveva orazioni. I pazienti non erano a conoscenza dell’esperimento per evitare l’effetto placebo: i cosiddetti non “pregati”avevano complicazioni tre volte in più e subivano un dosaggio antibiotico 5 volte maggiore. Successivi esperimenti su soggetti con l’AIDS fornivano risultati deboli ed inconsistenti (The Lancet), mentre altri esperimenti su cavie animali venivano pubblicati dal New England Journal of Medicine, che portavano allo sviluppo negli USA di numerose associazioni e facoltà di “spirituality and health”.

La religione senza scienza sarebbe imperfetta secondo Albert Einstein, ma più modestamente secondo me, è vero anche il contrario. Esistono rapporti interrelati tra scienza e fede, tra medicina e sacralità. Insieme le chiese del mondo hanno l’obiettivo della pace. Lo sviluppo dell’umanità, dei diritti civili e di quelli umani vede impegnati il volontariato, l’assistenzialismo, il pacifismo.

La teologia era la “regina scientiarium” nel medioevo, mentre la ragione è diventata l’unica protagonista dell’illuminismo vertice assoluto della conoscenza da Copernico a Darwin. Nell’ethos esistenzialista gli esseri umani sono soltanto delle comparse. Oggi la filosofia più avanzata li vede invece progredire da prodotti accidentali di cieche forze fisiche ad oggetti fondamentali dell’universo, la cui ultima tappa di sviluppo è rappresentata dal cervello e dalla psiche: forse poetica intuizione non teoria scientifica.

La fisica quantistica, sintesi tra misticismo e razionalismo, ha messo insieme psiche e materia, miracoli e medicina. Dagli studi di Bohr (1935) a quelli di Alain Aspect sui fotoni (1982) alla capacità  dell’osservatore di influenzare gli esperimenti scientifici!

La dicotomia tra scienza e religione, con il sentimento laico della fiducia e quello religioso della fede, prevede un percorso di conoscenza logica nell’intimità dell’animo umano con severa curiosità per l’immanenza e la esistenza. Dal viaggio di Carrel a Lourdes, scopritore delle colture di tessuto, quindi Nobel, che nel 1903 fu “folgorato” nella cittadina francese  come San Paolo di Tarsia sulla via di Damasco, a quelli che più modestamente si sono recati a Pietralcina a visitare i luoghi natali di Padre Pio o la sua cella a San Giovanni Rotondo, dove hanno subito una bellissima esperienza in una atmosfera di devozione e preghiera con una nuova visione della conoscenza, indipendentemente dal poter giudicare le stimmate come fenomeni angiovascolari.

L’uomo (Ulisse) nel suo eterno peregrinare nella ricerca del sapere, nello svelare i misteri reconditi dell’universo, ha messo in risalto la cultura come l’attributo fondamentale per una vera democrazia e per una reale libertà. Lo stesso Albert Sabin ha parlato di progresso della scienza con scoperte non fine a se stesse, ma con obiettivo il valore sociale della ricerca stessa: nella liberazione della umanità sofferente dalle catene delle malattie si deve dare importanza al valore sociale della ricerca e non ovviamente allo studio del sesso degli angeli: “approfondire i misteri dell’universo, ma soprattutto lenire la miseria della gente sulla terra”.

La vita è un concetto intuitivo, prima di definirla è necessario definire gli organismi viventi con tutti i loro caratteri essenziali che permettono il raggiungimento della verità. Partiamo con la curiosità di conoscere, quindi di manipolare la vita come mai prima di oggi con immense responsabilità per futuri gravidi di scenari radiosi, ma anche di catastrofi. Il desiderio di conoscere come nella mitologia di Esiodo con Zeus, Prometeo, Pandora ha portato Bacone a sostenere che “scientia est potentia”. È imperativo ridurre la distanza tra la ricerca e chi dovrà subirne le conseguenze, bisogna aprire alla gente i laboratori di ricerca e le torri d’avorio del sapere per potere tutti insieme decidere cosa fare e a quale prezzo. Il nuovo termine di bioetica coniato da von Potter nel 1970 con il suo libro “Bridge to the future”, scritto da lui oncologo portato all’accanimento terapeutico della chemioterapia, deve essere inteso come patrimonio di conoscenza e dibattito per tutti noi: dalla nascita alla procreazione assistita, dall’aborto alla vita, dal testamento biologico all’eutanasia, dalla clonazione ai trapianti ed alle cellule staminali, dalle biotecnologia all’ingegneria genetica.

Non più l’economia o la politica, ma è la scienza il vero motore della storia, quindi la stesura di una normativa con le sue regole ed il rapporto della ricerca scientifica nei riguardi della qualità della vita, aggiungendo non anni a questa, ma qualità agli anni. Una visione positiva della scienza, sommatoria del sapere biologico, filosofico, etico, giuridico ed anche teologico.  Come dicono gli aforismi di Albert Einstein la ricerca della verità è più preziosa del possederla, la curiosità del ricercatore è maggiore della ricchezza, della fama e del potere, quando si giunge da vaghe intuizioni ad inoppugnabili e riproducibili esperimenti. Infine l’immaginazione vale più della conoscenza.

Il rapporto medico paziente non può essere quello dell’architetto o dell’idraulico, cioè adattare l’offerta come operatore di servizi per una medicina dei desideri. Il percorso a tappe della tecnica che porta alla possibilità applicativa e quindi all’esaudire desideri inediti, che a loro volta diventano diritti con la conclusione di una lotta per il riconoscimento giuridico. A questo punto la funzione direttiva passa dal diritto e dalla politica alla tecnica con conseguente morte del diritto ed anche dell’etica. Hobbs diceva “auctoritas non veritas facit legem” perciò è la forza a dettare la legge, non la verità delle cose.

Infine siamo di fronte ad una nuova rivoluzione copernicana: primo uscire fuori dal proprio particolare -interessi economici, ideologie radicate – a favore degli interessi primari delle comunità nazionali ed internazionali. Secondo obiettivi della ricerca scientifica sono le scelte di priorità a favore delle categorie ed i popoli più indifesi,   compresi soprattutto i pazienti ed i poveri, che rappresentano la maggioranza di questo mondo senza uguaglianza.