Inquinamento da amianto e patogenesi del danno

Autori: Giulio Tarro ed Antonio Giordano

amiantoPremessa

Sin dal 1977 nel libro bianco “Ambiente e salute in Campania” (1) un’attenzione particolare veniva dedicata all’industria chimica che, in mancanza del rispetto di regole precise, arrecava danni ai lavoratori del settore e ai cittadini tutti. Venivano, quindi, esaminate: la produzione, la distribuzione topografica, le condizioni di salute dei lavoratori, la mortalità per cancro sulla scorta dei dati forniti dal sindacato dei lavoratori.

Coautore di questo testo e’ il Prof.  Giovan Giacomo Giordano che, durante i suoi viaggi a New York era rimasto influenzato dagli studi del suo amico Irving J. Selikoff, medico e scienziato, e dalle ricerche del Prof. Cesare Maltoni, oncologo di fama internazionale, fondatore del Collegium Ramazzini, Istituto e centro ricerche sul cancro di Bentivoglio (BO) che concepì la sua “mission” finalizzandola alla promozione e al sostegno della ricerca scientifica per la prevenzione dei tumori, intesa in particolare come prevenzione primaria, cioè identificazione degli agenti cancerogeni al fine di ridurre l’esposizione ad essi negli ambienti di lavoro e di vita in generale e di fare avanzare lo studio delle malattie professionali ed ambientali nel mondo.

L’amianto

Un pericolo che può essere presente negli edifici è costituito dall’amianto, un minerale fibroso (si trova in natura in tre forme: blu, bianco e bruno) dalle ottime capacità fonoassorbenti, antincendio e termocoibenti, e che per decenni è stato usato, misto a collanti, per intonacare gli interni delle scuole, degli ospedali, delle caserme, delle navi … e per rivestire le tubature dell’acqua. Sino a qualche anno addietro l’amianto, veniva utilizzato per i più svariati usi come la costruzione di freni, carrozze ferroviarie, frizioni per automobili, scaldabagni, frigoriferi, guanti per il forno, tute per i vigili del fuoco. Tanto accadde fino a quando ci si accorse che nelle persone impegnate nella manipolazione di questo minerale (come gli operai edili addetti a spruzzare scaglie di amianto sugli intonaci) si registrava una percentuale di tumori polmonari altissima, addirittura di 50 volte superiore alla media (3).

La verità sull’amianto venne ben presto fuori: l’inalazione di amianto è responsabile, oltre che di una specifica patologia conosciuta da molto tempo come l’asbestosi, di tumori polmonari che possono insorgere anche dopo 20 anni dal primo contatto con questo materiale e del mesotelioma, tumore specifico della membrana che riveste il polmone e tappezza la cavità toracica. Dopo la rivelazione che molti edifici pubblici (scuole, ospedali, caserme…) erano tappezzati di questo materiale, la «minaccia amianto» si conquistò la prima pagina in molti giornali, alimentando timori e paure (4).

La capacità dell’amianto di generare tumori polmonari anche a distanza di decenni rende difficile elaborare precise statistiche; di certo si sa che la contemporanea presenza di una esposizione professionale all’amianto e al fumo della sigaretta aumenta paurosamente la probabilità di contrarre un carcinoma polmonare. Dal dopoguerra al 1982 in Italia sono state prodotte 4×106 tonnellate di amianto per anno. Secondo il CNR occorrono 85 anni per completare la dismissione dell’amianto nel nostro Paese.

Il problema è estremamente complesso in quanto oggi centinaia di migliaia di tonnellate di questo pericoloso minerale sono disseminate dovunque. L’amianto, tra l’altro è indistruttibile non decomponendosi come molti prodotti chimici; ragion per cui l’unica maniera per neutralizzarlo è rimuoverlo da dove è stato posizionato illegalmente e smaltirlo secondo le norme di legge.

 Patogenesi

Nel 1984, il Prof. Giovan Giacomo Giordano era entrato in contatto con i lavoratori delle officine ferroviarie di Santa Maria La Bruna dove aveva messo a disposizione le sue conoscenze scientifiche, provando i gravissimi danni derivanti dall’esposizione alle fibre di amianto come l’asbestosi, il mesotelioma, il carcinoma polmonare. Il suo apporto è stato importante per riconoscere che non esiste una soglia di rischio al di sotto del quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa, poiché anche l’inalazione di una sola fibra può causare il mesotelioma (2). Grazie anche ai suoi studi l’amianto è stato messo fuori legge nel 1992.

Ricordiamo che si è concluso il processo Eternit che, come noto, ha confermato la nocività e la cancerosità dell’amianto, condannando gli ex vertici della multinazionale per disastro doloso e omissione delle misure antinfortunistiche.

 Altri casi

D’altra parte sono di scottante attualità recenti casi dei disastri ambientali di Vado Ligure e della morte di 21 operai per l’amianto respirato in fabbrica (Olivetti) ad Ivrea.

Per quest’ultimo di può infatti parlare di un nuovo caso Eternit (Casale Monferrato), mentre per il primo, il disastro della Tirreno Power in provincia di Savona – società controllata dalla Sorgenia che fa capo alla CIR – si tratta in pratica di un nuovo caso Ilva (Taranto).

Anche i quotidiani che sono spessi attenti alle questioni ambientali e della salute, hanno trascurato queste notizie con l’amara conclusione che l’amianto veniva utilizzato in ogni produzione industriale, dimenticando, però, che sono stati violati i principi fondamentali della sicurezza sul lavoro. Anche a Pozzuoli sono passati oltre 10 anni dalla chiusura della Sofer (Società Officine Ferroviarie) impegnata nella produzione di autobus e treni, ma l’amianto continua ad uccidere in silenzio.

Dall’evento causale alla comparsa del mesotelioma possono passare fino a 40 anni.

In considerazione di tanto, i casi che attualmente si stanno constatando sono il risultato dell’esposizione della persona negli anni 80-90. Purtroppo, molti tra politici e imprenditori hanno le loro responsabilità. I medici che provarono ad avvertire del pericolo, rimasero inascoltati nelle loro denunce scientifiche e, in alcuni casi, furono anche ostacolati. Infatti la comunità scientifica era al corrente della pericolosità dell’amianto e sia la politica che le aziende erano al corrente dei suoi rischi. Nonostante tutto l’amianto e’ stato utilizzato.

 

Conclusioni

36 anni dopo il primo libro bianco su “Salute e ambiente in Campania” (1) si dimostra un evidente peggioramento delle condizioni ambientali e della salute dei cittadini. Come per l’amianto lo sversamento illegale dei rifiuti tossici ha portato ad un aumento delle patologie tumorali e delle malformazione alla nascita (2). Un territorio nel quale in assenza di un’efficace opera di monitoraggio, di repressione e di bonifica, i roghi incontrollati e il tombamento di metalli pesanti, amianto, cadmio, con conseguente inquinamento delle falde acquifere continuano a seminare stragi. Al quesito sul ruolo giocato dalla mancata prevenzione e sui ritardi nella diagnosi possiamo subito rispondere che hanno avuto un impatto negativo sulla pronta applicazione della legge del 1992. Tuttavia, sembra che questi problemi non siano ritenuti abbastanza importanti da spingere i rappresentanti politici a procedere con l’attuazione di interventi operativi alle problematiche in corso, e delle loro successive risoluzioni possibilmente in tempi e modi praticamente applicabili.

Soprattutto l’importanza della prevenzione primaria esige adesso che si operi come è stato fatto per la riduzione del fumo che ha portato alla diminuzione in valore assoluto dei tumori polmonari.

Le uniche soluzioni possibili nel 2014 sono quelle stesse già individuate con lungimiranza nel primo libro bianco (1) di circa 40 anni addietro, basandosi sulla prevenzione prima e sulla bonifica dopo.

“E’ per questo che il nostro invito alle bonifiche è pressante. Non possiamo aspettare più” (5). Ci resta l’immagine atroce dell’urlo di Munch, simbolo dell’angoscia e dello smarrimento del grande artista Norvegese.

 

 

 

Bibliografia

1)      Libro bianco. Salute e Ambiente in Campania. Politica Meridionalista Editrice, Napoli – maggio 1977.

2)      Campania, terra di veleni. Denaro Libri, Napoli – luglio 2012.

3)      Con il cancro si può vivere. Una iniziativa del Distretto Lions 108Y. Mapograph, Vibo Valentia 1992.

4)      Il cancro dovrebbe essere solo un segno zodiacale. Rapporto a cura della Fondazione de Beaumont Bonelli per la ricerca sul cancro. Napoli 2013.

5)      Il coraggio della verità. Il Corriere dell’Irpinia 28 febbraio 2014.